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Vesta... Cerere... Giunone... Plutone... Nettuno... Cinque figli aveva già in tal modo tolti di mezzo, quando Rea, delusa e crucciata, sapendo che presto un altro figlio le sarebbe nato, per consiglio dei suoi genitori si ritirò a Creta, in una profonda caverna del monte Ida e, come il nuovo bimbo venne alla vita, ella, lasciandolo ben nascosto nell'antro, salì al cielo portando con sé una grossa pietra tutta ravvolta di fasce e la presentò al vorace marito il quale immediatamente la trangugiò. Giove, il bimbo divino, crebbe in quella caverna, sotto le dense foreste del monte. Le due figlie del re di Creta gli furono custodi; una capra, Amaltea, che egli poi, riconoscente, collocò nel cielo nella costellazione del Capricorno, lo nutrì del proprio latte e dell'ambrosia e del nettare fluenti dalle sue corna; la sua culla d'oro veniva appesa ai rami di un albero, perché i suoi vagiti, salendo al cielo, non lo rivelassero all'ingordo Saturno. Se il miele delle api e il latte di Amaltea garantirono la sopravvivenza del piccolo Zeus, un altro animale, l'aquila , ne divenne l'emblema. Quando ebbe gli anni e la forza, Giove salì al cielo, si presentò al padre, lo costrinse a inghiottire un beveraggio che gli fece rendere alla luce la pietra e i cinque figlioli trangugiati, poi lo sbalzò dal trono e iniziò il proprio regno.

......continua