SCUOLA MEDIA  STATALE GIULIANO DA SANGALLO
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STUDIO DEL TERRITORIO

Ringraziamenti:
ringraziamo ROBERTO GRUPPO ed il sito www.grupponline.it per il prezioso contributo delle foto d'epoca che fanno parte della loro bellissima collezione.

M) La caserma dei Vigili del Fuoco

La caserma dei Vigili del Fuoco di Ostia ha anch'essa importanza storica nel nostro territorio. E' stata infatti inaugurata il 7 aprile 1936 ed è tuttora attiva. Si trova in Via Angelo Celli in prossimità di Piazza della Stazione Vecchia. La caserma è dotata di vari mezzi quali: autoscala, autobotte, autopompa serbatoio più mezzi mobili ecc. Opera su tutto il litorale: da Focene a Castel Fusano e nell'entroterra, fino a Vitinia. Vengono effettuati più di 3200 interventi l'anno per incendi, allagamenti, incidenti stradali, e soccorsi a persone. Importante è risultata la loro opera in occasione del gravoso incendio della pineta di Castel Fusano che avvenne nel 2000.

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Autopompa serbatoio

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Autobotte  Anno 1973

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Autogru  anno 1962

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Autopompa

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Autopompa 1995

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Autopompa  Anno 2006

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AUTOSCALA

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Autoscala  1960

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N) Le case popolari

Dato il crescente sviluppo della popolazione di Ostia, l'istituto delle case popolari costruì nel 1926 il primo lotto di abitazioni da due, tre, quattro stanze in Via delle Dune, oggi Corso Duca di Genova, su progetto dell'architetto C. Palmerini.

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Eccole in una foto d'epoca:

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O) IL PONTILE:

Il primo pontile di Ostia venne costruito nel 1923 in legno di faggio, accanto allo stabilimento Roma. Nel 1930 fu dotato di illuminazione. Si trovava sulla piazza Anco Marzio, allora unico centro cittadino.

Il vecchio pontile

Il 15-2-1940 per consentire il nuovo assetto della piazza e la costruzione del nuovo pontile del Littorio, il primo pontile di Ostia venne demolito. Provvedimento necessario anche per permettere lo spostamento dei due stabilimenti che occupavano parte dell'area destinata ai lavori di ristrutturazione: l'Elmi e il Battistini. Il 27-10-1940 venne inaugurato il nuovo Pontile del Littorio, oggi Pontile della Vittoria, situato proprio di fronte alla anch'essa rinnovata Piazza dei Ravennati. Si erigeva su palificazione di cemento e balaustre di travertino e si protendeva nel mare per 125 metri, terminando con una terrazza di 20 metri di diametro. La pavimentazione era di travertino alternato a pietra di Bagnoregio, mentre a metà del pontile si trovano quattro rampe a mare per l'attacco delle imbarcazioni.

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Questa suggestiva struttura ha avuto però sempre problemi: dopo soli 3 anni dall'inaugurazione, (1943), infatti i tedeschi in ritirata, per timore di sbarchi militari, lo resero impraticabile spezzandolo in due punti (rimasero in piedi due tronconi in mare e l'emiciclo). Dopo questa parziale demolizione i vecchi elementi di palificazione furono riutilizzati per costruire un nuovo pontile nel 1956. Dopo circa dieci anni, quando era già caduta la prima scaletta esposta al mare di maestrale, alcuni ragazzi del posto scovarono, interrata nel bagnasciuga sotto la parte a terra del pontile, una Santa Barbara dei tedeschi in perfetto stato di conservazione (uno dei giochi preferiti da questi giovani era di cercare di riprendere i proiettili più grossi - lunghi una decina di centimetri - lanciati in acqua da un amico), per bonificare questo deposito fu necessario chiudere per qualche mese tutta l'area del pontile.

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Dopo quella vicenda, a causa dei continui danneggiamenti provocati dalle mareggiate, la chiusura del pontile è diventata quasi un'abitudine per diversi anni. Nel 1980 ne fu decisa la completa demolizione da parte del Comune di Roma per dichiarata incapacità a risolvere il problema. L'intervento di privati, di associazioni sindacali, organi di stampa e alcuni esponenti politici, scongiurò questa eventualità e in un paio di anni restituirono il pontile completamente rimesso a nuovo con un'inaugurazione che vide la presenza anche delle forze dell'ordine, che lanciarono fiori dagli elicotteri, del Sindaco di Roma e Benedizione da parte della Chiesa. Ancora oggi, però, lo stato generale del pontile non è dei migliori.

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P) L'ACQUEDOTTO

Il primo problema per una cittadina in espansione fu certamente l'acqua potabile, ma inizialmente, essendo i residenti di Ostia solo alcune decine, si costruirono tre pozzi assorbenti ad un chilometro dalla battigia (vicino alle idrovore della bonifica) e a soli tre metri di profondità si incontrò una ricca falda freatica. L'acqua riscontrata purissima e soprannominata scherzosamente la "Fiuggi del mare" veniva sollevata con due pompe disel nel serbatoio a 26 metri di altezza e sulla duna più alta (Via Pietro Rosa) e distribuita alle nuove ville con una rete idrica di 5.500 metri. Tale intervento venne gestito dall'Ente SMIR che in quell'epoca si occupava dello sviluppo del borgo marittimo a sue spese.

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Nel 1927 Il Comune di Roma stipula il contratto con la Società Acqua Marcia per la costruzione del primo vero serbatoio per l'acqua potabile. Anche se i residenti sono solo 2.200, la capacità sarà tale da soddisfare le necessità di 50.000 persone. Dopo qualche anno sarà demolito e ricostruito a poche centinaia di metri di distanza.

Il nuovo serbatoio dell'acqua potabile di Ostia costruito dalla società Pia Acquamarcia, riceveva l'acqua dalla condotta di via Predestina a Roma: l'affluenza era di 50 litri al secondo pari a 100 litri pro capite al giorno e poteva far fronte sino a una popolazione di 50000 abitanti, entrò in servizio nel settembre 1933 per 2920 residenti. Lo stesso manufatto oggi si presenta chiuso nelle arcate in cui sono stati collocati uffici della ACEA.

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