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Natale a scuola

Tutto ha avuto inizio
...scegliendo le poesie
La prima volta che abbiamo parlato di Natale in
classe è stato quando abbiamo scritto sul quaderno la poesia intitolata "Li
venticinque novembre" di Giuseppe Gioacchino Belli (Arianna). Quella
bella poesia racconta come la gente si prepara al Natale: leva la coperta fine
e mette quella pesante, accende il fuoco nelle sale (Valentina). Dice
pure che il tempo che ci sarà nella giornata di Santa Caterina (il 25 Novembre)
ci sarà anche a Natale. Questa poesia è in dialetto romanesco ma dopo che la
maestra ce l'ha letta, spiegata e dettata ci è piaciuta molto (Valerio). E’ stato
allora che alla maestra è venuta l’idea di farci fare la recita per Natale.
Tutte le maestre, anche la theacher, si sono messe d’accordo per trovare delle
storie, delle poesie e delle canzoni (Federico). Le maestre ci leggevano
leggende e poesie e ci hanno chiesto di
cercarne a casa delle altre. Poi abbiamo scelto quelle che ci piacevano di più e
le abbiamo scritte e imparate a memoria (Valerio). Annalisa ha portato
una canzone dello Zecchino d’oro “Lo Stelliere”; lo zio di Giulia ha mandato
una “Ninna nanna de Natale“ di Aldo Fabrizi; la theacher ci ha proposto la
canzone di John Lennon “Happy Christmas“ (Danilo).
Abbiamo scritto poesie, cercato leggende, imparato canzoni: La maestra Titta ci
ha dettato la leggenda sull’origine del “panettone“ intitolata “Pan de Ton” e
la poesia “Il Mago di Natale” di G. Rodari (Mattia). Avendo
ascoltato le canzoni, le poesie e le leggende, ne abbiamo eliminate alcune,
tenendo solo quelle che ci piacevano di più (Valentina).
Una "bella squadra"
protagonisti nell'organizzazione
La maestra ci ha
detto di metterci d’accordo da soli e scegliere le parti da recitare. Piano
piano tutti quanti abbiamo avuto la nostra parte (Alessandro). Quando mi
hanno assegnato i ruoli ero molto contenta; il mio ruolo nella recita "Albero o
presepe" era la parte della "nonnina", Benedetta era il "nonno", Arianna la
"mamma" e le altre femmine che sono rimaste facevano le "bambine" (Valentina). Ovviamente
ognuno di noi ha dovuto imparare le parole delle poesie, delle scenette e delle
canzoni, la parte recitata, cantata e mimata (Giulia). Preparate tutte le
scenette, mancava la scaletta per la recita, allora io, Danilo e Mattia ci siamo
preoccupati di mettere in ordine le recite e inserire una presentazione fra
l'una e l'altra (Leonardo). Facevamo anche le
prove: cambiavamo, aggiungevamo, tagliavamo, pensavamo a nuove cose. Dovevamo
portare materiali: aeroplanini, trenini, Barbie, insomma dovevamo portare un
sacco di oggetti per l’albero e per i personaggi, ma qualcuno si scordava sempre
qualcosa (Mattia). Abbiamo iniziato le prove e abbiamo costruito
l’ambiente natalizio necessario per la recita. Ci siamo divisi in gruppi per
fare l’albero con i decori, lo scenario, il forno, la tovaglia e gli accessori
per la tavola imbandita, i grembiuli per i cuochi ed i vestiti per i personaggi
(Arianna). Provando la recita le maestre ci hanno indicato il posto che
dovevamo occupare e come dovevamo muoverci (Danilo). Le prove sono state
durissime anche perché alla maestra Titta piacevano tanto le canzoni e ce le ha
fatte provare diverse volte (Benedetta). Alcuni oggetti li abbiamo portati da casa
, ma altri li abbiamo fatti in classe. Abbiamo costruito il forno con il cartone
ed il panettone; i bambini che recitavano nella poesia dell’alberello di Natale
hanno cucito delle striscioline di carta crespa verde su una maglietta che hanno
portato da casa (Alessandro). Ci hanno aiutato in questo lavoro la mamma di Annalisa,
la mamma di Valerio e
la nonna di Benedetta (Danilo). Lo scenario della recita aveva al centro
un albero di Natale, costruito con i bicchieri verdi su uno sfondo pitturato di
blu al quale erano attaccati alcuni ciuffetti di filo d'argento che facevano da
stelle. Da un filo soprastante, partivano delle fettucce d'oro per dare più
atmosfera (Leonardo). La mia classe è stata una belle squadra . Ci siamo
organizzati in gruppo svolgendo il lavoro così: c’era chi disegnava, chi
colorava, chi ritagliava e chi incollava (Giulia). Con l'ordine, la
precisione e la fantasia delle maestre, siamo riusciti ad organizzare tutto bene
(Benedetta).
La
prova generale
Il giorno prima della recita c’era la prova generale e venivano mio padre e il
padre di Benedetta che non ci sarebbero stati il giorno della recita (Valerio). Finalmente è arrivato il 19 dicembre, giorno
stabilito per la recita (Annalisa).
Il giorno della recita

Siamo così giunti al giorno del debutto.
Prima di cominciare abbiamo fatto un'altra prova generale davanti ai
bambini delle altre classi
(Giulia).
...verso le tre di pomeriggio
Verso le ore 15 sono arrivati i genitori. Abbiamo cominciato con un canto in
inglese, dopo pochissimo è arrivato anche il Direttore che è stato con noi
(Annalisa). "Jingle bells,
jingle bells ..." Io davanti a tutti quei genitori mi vergognavo un po',
soprattutto quando avevamo in testa i cappelli per ballare la "Tarantella di
Natale". La recita è stata molto bella, comprendeva canzoni, poesie, leggende.
Il momento che mi è piaciuto di più è stato quando è finita la recita ed è
iniziata la merenda (Irene). Anch'io ero molto emozionata ed agitata,
avevo paura di dimenticare le battute. Quando veniva il mio turno di recitare,
sentivo caldo e diventavo rossa. Quando abbiamo cantato, ballato la tarantella e
recitato, mi sono divertita molto (Valentina). Il giorno della recita ero molto emozionata perché oltre a mia madre c’erano i
genitori dei miei amichetti. C’erano tanti genitori, anche qualche nonno dei
miei compagni, ma soprattutto c’era il Direttore della scuola. Il mio amichetto
Mattia era così emozionato che si è sentito male mentre cantavamo. Gli è passato
subito. Mia madre mi guardava e rideva insieme con un’altra mamma che le stava
vicino (Valeria). L'emozione più grande che ho provato è stata quando ho
recitato la parte del nonnetto nella scenetta "Albero o presepe?" Nelle altre
recitine mi sono emozionata di meno, perché erano parti meno impegnative (Benedetta). La recita tratta del Natale, come era festeggiato e com’è oggi. Ci sono
state delle poesie in romanesco “Li ventiscinque novemmre”, “Ninna nanna de
Natale “ e delle canzoni sulle stelle ("Lo stelliere") e sugli alberi di Natale,
infine “Tarantella di Natale“ dove abbiamo anche ballato qualche passo di
tarantella (Annalisa).
La
leggenda del "Pan de Ton" e...
Alcuni di noi hanno recitato e mimato la poesia
“Il Mago di Natale” che racconta di un bambino che sogna di essere un Mago per
far spuntare in ogni casa dei veri alberi che emanino profumo di resina e
abbiano nei loro rami “magici frutti, regali per tutti”. Molto bella è stata la
recita del “Pan de Ton“ che racconta la leggenda del panettone. Nel castello
del Duca un cuoco, di nome Ton, doveva cucinare in pochi minuti un dolce,
inventò una nuova ricetta all’istante. Questo dolce piacque tanto al Duca che
in onore del cuoco lo chiamò “Pan de Ton “ che poi diventò “Panettone” (Lorenzo
S.). In questa scena io faccio il cuoco, Alessandro è
l’aiutante, Valerio è Ton, Valeria fa la servetta, Lorenzo S. è il lettore e
Federico fa il Duca e gli altri sono gli invitati. Io recito con il cappello del
cuoco ed i guanti, Valerio ed Alessandro sono vestiti come me, Valeria è
vestita di nero con un grembiulino bianco e cappellino bianco, Federico è
vestito come un nobile. Io e Valerio lavoriamo sul panettone mentre Alessandro
ci passa gli ingredienti. La leggenda è originaria di Milano (Lorenzo A.).
Nella “Ninna Nanna de Natale” ognuno di noi
recitava un verso da solo. Anche io ho recitato un pezzo da solo mentre ci
passavamo il “Bambinello“, un bambolotto portato da Benedetta (Lorenzo
S.).
...
via verso la conclusione
Sono molto soddisfatta di come
abbiamo recitato io e i miei compagni e mi sono anche molto divertita. Eravamo
emozionati perché dovevamo dare il meglio di noi, mostrandoci davanti al
Direttore che è stato molto soddisfatto, ai nostri genitori, ai parenti ed agli
amici (Giulia). Finita la recita ho consegnato al Direttore il calendario con i disegni dei
monumenti di Roma fatti da noi e poi siamo andati a mangiare il dolce nell'aula di inglese
(Annalisa). La classe era piena di genitori e di nonni che
alla fine della recita ci hanno fatto un grande applauso gridandoci “bravi !” (Lorenzo
S.). Quando stavano arrivando i parenti eravamo un po’
emozionati, ma finalmente dopo la recita ci siamo ripresi con crepes, bibite e
torte di tutti i tipi. Abbiamo sparato qualche “botto” anche se le maestre non
volevano (Arianna).
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