"susanna" <susanna@eliminami.symbolic.pr.it> ha scritto nel messaggio

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Ciao Susanna,
eccomi finalmente a rispondere al post del buffetto.
Mi accusi di uscire dal seminato. A me sembra, invece, che sia tu ad uscirne con la valutazione, l'attivismo piagettiano, i videogiochi e tanto altro.
Con il mio ultimo intendevo solo evidenziare come la tua visione di un insegnamento naturale cozzi contro la struttura scolastica attuale che, invece, naturale non è.
Lo studente tipico della nostra scuola ricorda l'immagine della povera oca ingozzata per forza.
Certo che mangiare è una cosa naturale! Ma non così.
Di contro facevo notare come esistano forme di apprendimento non scolastico che, pur essendo spontanee e naturali, sono però anche molto efficienti.
Ho cercato poi un esempio concreto che, diversamente da samba e scacchi, fosse alla portata della tua esperienza. Ho proposto, come ambiente di apprendimento, il NG ma tu hai preferito guardare il dito che indica anziché la luna indicata. Credo, per quanto non ne abbia esperienza, che il tuo circolo marxista vada benissimo come esempio. Il mio scopo è, comunque, raggiunto. Il resto è secondario e rischia di portarci fuori strada.
Mi chiedi poi una sorta di confronto con la tua pedagogia spontanea basata, come dici, sulla sensibilità. Se non ti confronti con i libri perché dovresti confrontarti con un pedagogo improvvisato (tua definizione) come me? Che senso ha? Da parte mia, capiti i tuoi dogmi, il confronto mi sembra una fatica inutile. Posso solo dirti che, da quello che mi dici, mi sembra che la tua pedagogia spontanea soffra di tutti quegli stereotipi, quei luoghi comuni che Bruner ha ben classificato ne La cultura dell'educazione. Un errore classico, ad esempio, della pedagogia spontanea è scambiare per necessario ed immutabile ciò che è storicamente determinato. Una visione acritica e astorica impedisce di accorgersi delle conseguenze di cambiamenti epocali.
Vecchie procedure, vecchi tecnicismi, scambiati per naturali, continuano ad essere eseguiti meccanicamente anche quando le condizioni e le necessità che li avevano imposti ormai non esistono più (Effetto qwerty).
Mi chiedi software multimediali, videogiochi educativi. Credevo di averti spiegato che dietro queste cose servono delle idee, dei modelli educativi altrimenti si trasformano inevitabilmente in bufale. Anche qui, forse, gli scacchi, potranno aiutarmi a spiegare meglio. Il giocatore esperto sa che se inizia a giocare in un certo modo dovrà ricorrere ai libri, alla teoria, per approfondire le varianti legate alla sua apertura. E' consapevole, muovendosi in un terreno ricco di trappole, della insufficienza della propria, pur preziosa, sensibilità. L'esperto sa che dietro le mosse di apertura ci sono delle strategie da realizzare ed anche quando avrà finito le mosse studiate saprà cosa fare. Invece, il giocatore inesperto che gioca una apertura seguendo la moda, scimmiottando le mosse dei maestri senza conoscerne le idee, quando la memoria non lo aiuterà più, naufragherà miseramente e non è escluso che qualche volta consideri l'apertura, superficialmente studiata, come una vera bufala.
Saluti
Galois


Risposta Susanna