galois <igalois@iol.it> wrote in message
> Anche qui, Susanna, con la tua fede un po' ingenua, estremizzi,
in modo
> paradossale, la mia posizione.
> La scuola di samba e il circolo di scacchi sono esempi di apprendimento
> naturale. Ci sono maestri ma non insegnano, non interrogano, tutti,
> interagendo, apprendono da tutti con straordinaria efficienza.
> La classe invece è un ambiente assai artificiale. La scuola stessa è
> architettata come una sorta di catena di montaggio. Artificiali sono i
> didatticismi vecchi e nuovi. Voti, interrogazioni, test di verifica,
> materie, moduli didattici, programmi. Artificiale è apprendere in modo
> astratto
> anziché dall'esperienza e dalle interazioni sociali.
Galois,
io ho esordito su questo NG, qualche mese fa, sollevando una questione in
merito alla valutazione.
Posi, con estrema forza, una critica alla marca ideologica della nozione di
valutazione con voto (attenzione, NON valutazione in se`; valutazione con
voto, con scala, con classifica, come le corse dei cavalli).
Sollevai solo critiche, ma la questione, per me, rimane ancora fortemente aperta.
Tu ora stai uscendo dal seminato: io ti ho contestato una visione spontaneista e
superficiale della didattica (che tu dici mutuata dall'attivismo piagetiano), tale quella
che appare da quella frase famosa (del primo post).
Inoltre, a sostegno delle tue tesi, riporti l'esperienza educativa del videogioco, della
realtà virtuale e della multimedialità.
Mi hai fatto il pelo ipotizzando una insegnante rigida su schemi gentiliani e ti ho
semplicemente risposto che non è necessario un master in pedagogia per insegnare usando
SIA bastoncini CHE segmenti. Stop.
Ti chiedo argomenti e tu ribatti, ancora, con la samba e gli scacchi.
Ti chiedo software multimediali, videogiochi educativi, ti mostro che qualcosa ho
sperimentato anch'io: non c'è verso.
Io concludo che le tue sono parole vuote, perchè non so' cosa altro concludere, davvero.
> La biologia evolutiva ci può aiutare a capire: un
comportamento naturale
è
> un comportamento che si è evoluto in milioni di anni e lo si riconosce
> facilmente per le sensazioni piacevoli e gratificanti a cui è associato.
> Pensa al moroso agli amici ma anche al bambino che giocando apprende in modo
> naturale e piacevole con straordinaria efficienza.
Questo, scusa, lo sanno anche i muri.
In quel thread che ti ho citato, affermavo, replicando ad un collega:
"...
Autovalutazione e' il processo per cui lo studente, aiutato, guidato
dall'insegnante e dalla propria autoriflessione, impara a non commettere
errori: questo succede in quasi tutti i momenti di apprendimento NON
istituzionali: mai andato a lezioni, che so, di musica?
Non si impara niente?
Ai tuoi figli dai i voti?
E se no, come credo, dici che non imparano nulla?
...
"
E come vedi, pur non avendo studiato Piaget e Papert, arrivavo da sola a
conclusioni del genere (e, come me, credo tutti i colleghi con un minimo di
sensibilita`).
Tu pero` affermi che questa impostazione educativa debba scalzare quella
'tradizionale'. E perche`, chiedo io, da tempo? Supportata poi da una serie
di espedienti 'nuovisti' sicuramente piu` vicini al businness del
capitalismo maturo che alla psicologia evolutiva?
Inoltre ti assicuro che una delle esperienze piu` piacevoli e gratificanti
la si vive ascoltando e imparando da qualcuno che le cose TE LE SPIEGA
PERCHE' LUI LE CONOSCE E TU NO.
Come la mettiamo con quest'altra banalita`? La comunita` tra docenti e
discenti prevede questa eventualita`?
> L'apprendimento simbolico-ricostruttivo invece si è evoluto,
nella nostra
> specie, in tempi molto più brevi. Non è legato al piacere di apprendere ma
> ad una sensazione di fatica. E' per questo che la sua imposizione a scuola
> necessita di una , spesso noiosa, preventiva alfabetizzazione.
L'apprendimento simbolico, non vorrei sbagliarmi, credo che abbia permesso
all'uomo di prolungare la vita media dai 30 ai 70 anni.
Un po` di fatica ripagata, direi.
> Sono un matematico e mi guardo bene dallo sminuire l'importanza
dei
> segmenti del buon Russo. Ma il segmento è ben poco naturale mentre il
> disprezzato bastoncino, notoriamente, lo è. E' il tentativo di imporre
> l'astratto, senza che siano maturate nell'individuo le condizioni
> necessarie, a portare all'apprendimento meccanico ed alla finta cultura
che
> caratterizza la nostra cara scuola. Se questa pratica poteva in qualche
modo
> e per qualche fine funzionare grazie ad un'efficiente selezione, in una
> scuola che pretende anche di educare tutti i suoi cittadini è un vero
> disastro.
Guarda che continui a contrapporre astratto a concreto, concettualizzazione
e esperienza. Non e` cosi`. Nessun insegnante 'normale' imposta le sue
lezioni solo sull'astratto dei contenuti. Molti di noi da tempo adottano la
didattica dell'apprendere per scoperta o la sperimentazione in classe, in
modo del tutto naturale.
> Eppure qualche domanda bisognerebbe pur porsela.
> Si può fare qualcosa per rendere le nostre scuole più umane, più
efficienti,
> meno formali, più naturali? Quali possibilità aprono i cambiamenti epocali
> indotti da Internet e dalle nuove tecnologie nel campo dell'educazione?
Sarà
> possibile finalmente valorizzare forme di apprendimento più naturali
> rendendo applicabili le idee dei Dewey , dei Piaget , dei Vygotskij?
[[[NON mescolare L.S. Vygotsky con i pensatori borghesi, che nemmeno in vita
lui ha voluto averne a che fare.
Cita chi vuoi, ma i pochi, i rari che non fanno parte della parrocchia
lasciali stare, che si rivoltano nella tomba.]]]
A rieccoci con il 'tuttismo', Internet, le nuove tecnologie...
Questa acquiescenza ideologica e` insopportabile.
Internet non apre NESSUNA potenzialita` epocale, se non di tipo economico.
La simulazione della realta` virtuale idem. I videogiochi peggio che andar
di notte. E, bada bene, queste cose addirittura le insegno (da un punto di
vista tecnico, s'intende).
Una societa` capitalista, a dir poco opulenta, non aveva bisogno delle
interconnessioni telefoniche per consentire l'accesso alla informazione: da
tempo scuole, biblioteche, edicole, centri di documentazione e, perche` no,
il postino, non impediscono l'accesso a nessuno (e NON venitemi a parlare di
tempo reale che mi incazzo. Il tempo reale serve a far soldi, non a chi
vuole comunicare).
D'altro canto chi non era in grado di accedere prima, si ritrova, oggi, a
maggior ragione, tagliato fuori (i calcolatori costano, a differenza dei
libri; e la cultura tecnica necessaria costa ancora di piu`).
Ecco svelato il motivo per cui mi inalbero di fronte a chi non solo non
CRITICA profondamente tali evoluzioni, ma le FAVORISCE incensandole ed
eleggendole a 'must'.
> E possibile che un sistema educativo si evolva?
Certo.
E lo fa anche senza pedagoghi.
Si evolve per supportare l'ideologia della societa` che, gentilmente, lo
ospita.
> Ci sono molte vie per arrivare ai concetti astratti, noi
autodidatti, che
> amiamo la cultura senza secondi fini, che ci divertiamo ad imparare ed
> impariamo divertendoci ,
> ne sappiamo qualcosa! Siamo la prova vivente che è possibile apprendere in
> modo piacevole ed efficiente,
Parla per te.
Io la cultura non la amo 'in quanto tale'. Ne' la amo davvero, se devo
essere proprio sincera. E' necessaria (quale poi, ognuno, se puo`, sceglie
la propria).
> Non credi che valga la pena di approfondire evitando
sentenze premature?
> Non basta l'opinione di Russo per conoscere i problemi.
> Credo, infine, che la tua ostilità, nei miei confronti rifletta soltanto
la
> fragilità di certe posizioni e dal fastidio di perdere rassicuranti
> certezze. Il mondo dell'apprendimento è molto più ricco, vario e bello di
> quanto tu, con la tua esperienza scolastica, possa, attualmente,
> immaginare.
La mia ostilita` nei tuoi confronti credo di averla argomentata.
Quanto alle fragilita`, ad ognuno le proprie; comprese quelle di voler
salire in cattedra anche dopo il suono della campanella.
> Credimi, vale la pena di approfondire
> saluti
> galois
saluti
susanna
> P.S. Se gli scacchi e la samba ti sembrano
lontani. Pensa alla nostra
> esperienza di apprendimento su questo ng. Non è forse un ambiente naturale
> (nonostante sia, paradossalmente, tecnologico) dove tutti imparano da
tutti?
> Non ci stiamo arricchendo culturalmente? Io, ad esempio ho imparato molto
> anche dalla tua psicologia. Non ci sono più le materie! Tutto è connesso
con
> tutto da infiniti, virtuali, fili.
Contro P.S.
Ma non ti e` venuto neanche per sbaglio il sospetto che queste (con tutto il
rispetto) orribili comunita` virtuali stiano scalzando quelli che una volta
erano altri modi di riunirsi e discutere? Non credi che il rapporto causa
effetto sia esattamente RIBALTATO? O che, sono l'unica scema, che una volta
ero sempre al 'circolo' per organizzare assemblee e ammazzarmi di politica
(e difendere il marxismo)? Non e` che siamo RIDOTTI cosi`?
Bah.. Ti daro` un buffetto virtuale, cosi` sei contento anche tu.
Risposta a Susanna