susanna <susanna@eliminami.symbolic.pr.it> wrote in message
>
> <omissis>
>
> > "2.1 Compito prioritario della nuova scuola è la creazione di ambienti
> > idonei all'apprendimento che abbandonino la sequenza tradizionale
> > ezione -studio individuale - interrogazione
> > per dar vita a comunità di discenti e docenti
> > impegnati collettivamente nell'analisi e nell'approfondimento
> > degli oggetti di studio e nella costruzione di saperi condivisi."
> Galois, siccome non e` giusto poter sempre
scrivere tutto senzaassumersene
> responsabilita`, qui devi argomentare a favore di questo delirio.
> Altrimenti sei complice.
Ok,Susanna!
Se vuoi esempi concreti di questo delirio pensa ad un circolo di scacchi o ad una scuola
di samba.
Nella scuola (alte e basse sfere) pochi sono quelli che lo sanno ma esiste una filosofia,
una teoria dell'apprendimento, una strategia educativa basate sull'idea che si apprende da
attività costruttive e non dal semplice trasmettere informazioni.
E' il costruzionismo (fare per sapere) opposto all'istruzionismo (sapere per fare).
Certo si può non essere d'accordo ma prima, forse, sarebbe bene conoscere..
In america, al MIT un gruppo fondato da Papert, da anni lavora in questa direzione il che
non significa che queste idee siano entrate nella scuola americana.
Papert non è un burocrate didatticologo improvvisato tantomeno un comportamentista.
Seymour Papert ha lavorato per quattro anni con Jean Piaget, prima di trasferirsi al
Massachusetts Institute of Technology nel 1964. Qui ha insegnato matematica ed è stato
condirettore, insieme con Marvin Minsky,
dell' Artificial Intelligence Laboratory. E' stato tra i fondatori del Media Laboratory e
dell' Epistemology and Learning Group del MIT. Negli anni sessanta ha sviluppato, per
motivi didattici, il linguaggio LOGO. E' oggi titolare della Lego Chair for Learning
Research del MIT, una cattedra dedicata alla ricerca pedagogica.
Nei suoi libri Papert non parla didattichese,dice cose profonde in modo
semplice facendo frequenti esempi di reali esperienze di apprendimento.
Il suo primo libro, purtroppo, è ormai introvabile
-MINDSTORMS (Bambini computer e creatività -Emme Edizioni1984)
http://www.romacivica.net/prog_scuole/botticel/bibliografia/papert/mindstorm
s.htm
un secondo libro uscito in italia è
-THE CHILDREN'S MACHINE - RETHINKING SCHOOL IN THE AGE OF COMPUTER (I bambini e il
computer Nuove idee per i nuovi strumenti dell' educazione - Rizzoli 1994)
un capitolo è proprio su istruzionismo e costruzionismo.
http://www.romacivica.net/prog_scuole/botticel/bibliografia/papert/bambini.htm
Capisco che tutto questo è molto lontano dal modo in cui siamo abituati a pensare la
scuola, capisco che possa sconvolgere certezze consolidate. Nel mio caso, posso dire di
essere arrivato a conoscere queste teorie perchè mosso da una profonda insoddisfazione
per la nostra realtà scolastica.
> Sulle potenzialita` cognitive di QUALE
realta`?
Credo che nell'apprendimento il "come si apprende" sia più importante del
"cosa si apprende"
tanto più in un mondo in rapida evoluzione.
> Il videogioco, nella stragrande maggior
parte dei casi e` educazione per
> tentativi ed errori, esattamente cio` che si somministra alle cavie da
> laboratorio. Altro che simulazione.
Forse neanche la stragrande maggior parte dei libri in circolazione è un granchè eppure
il libro ha le sue indiscusse potenzialità educative
Pensa ai videogiochi, quasi completamente trascurati dagli educatori, e quindi in balia
degli interessi delle case produttrici e dell'ignoranza dei genitori.
Se hai in mente una sorta di test con domande a cui rispondere giusto o sbagliato fino a
rispondere correttamente sappi che Papert è stato il primo a combattere contro questo
tipo di software (C.A.I.) pseudo-educativo.
Un videogioco basato su questi criteri sarebbe troppo noioso per avere successo.
In ambienti più stimolanti si è scoperto che dietro l'apprendimento per tentativi ed
errori c'è la costruzione di teorie.
Piaget ci ha insegnato che i bambini elaborano in continuazione teorie nel tentativo di
capire il mondo che li circonda. Ingenue all'inizio ma sempre più elaborate man mano che
si è costretti a fare i conti con la realtà vera o simulata che sia. Anche il progresso
nella conoscenza scientifica avviene in questo modo. Le teorie, costruzioni della mente
umana, sono costrette a
fare i conti con i continui tentativi di falsificarle. E' questo che permette la crescita
di teorie sempre più robuste, l'eliminazione di quelle inefficienti, ed il conseguente
progredire della conoscenza. Gli errori fanno emergere le idee inefficaci. L'istruzionismo
ha colpevolizzato l'errore. Chi ha sempre bisogno di qualcuno che gli indichi la strada
giusta è inadatto a vivere in un mondo come il nostro in rapida trasformazione.
L'approccio dell'adulto che vuole familiarizzare con le nuove tecnologie in modalità
istruzionistica è destinato quasi sempre a fallire semplicemente perchè in certi
ambienti il modo non è efficiente. Pochi finiranno il manuale che si sono riproposti di
leggere: la virtualità pietrificata del libro cozza contro la dinamica interattiva di
certe interfacce. Molti genitori ed insegnanti ne hanno fatto esperienza a loro spese.
Apprendere per tentativi ed errori, al di là di ciò che può sembrare, è un'attività
complessa che può evolversi in modi assai efficienti e significativi. Mai sentito parlare
delle reti neurali?
>
> <omissis>
>
> > Le tecnologie vengono però intese in modo riduttivo (senza fantasia)
> > semplicemente per fare meglio ciò che si faceva anche prima. Non vengono
> > studiate per esplorare le nuove prospettive che potrebbero aprire, per
> > esempio, in campo educativo.
>
> Facciamo cosi`: esplorale.
> Poi, quando torni, ci dici cosa hai scoperto.
> Ma mica aria fritta, che con quella hanno gia` fatto la Riforma dei Cicli.
>
Conosco l'aria fritta e non l'ho mai digerita. I miei primi amori intellettuali sono stati
proprio la matematica, gli scacchi e la programmazione dei computer terreni in cui l'aria
fritta è facilmente
smascherabile. Nella scuola, invece, è pane quotidiano e non solo, purtroppo per la
riforma dei cicli.
Una teoria educativa, comunque, non può essere imposta ad un educatore senza distorcerla
irrimediabilmente. Sarebbe come, ad esempio, dare a qualcuno un bisturi sperando di
trasformarlo in chirurgo. (Leggi strumenti di valutazione , test, griglie etc. etc.)
Questo i burocrati didatticologi non l'hanno capito. Ben poco gli ha insegnato
l'esperienza.
> Nella scuola, come nella vita, come negli
stati uniti, si vede tutto e il
> contrario di tutto.
> Questi inusitati luoghi comuni lasciano il tempo che trovano.
Meglio, allora, conoscere e puntualizzare evitando generalizzazioni
>
> Ti posso solo dire che:
> - io insegno sia a ripetere che a creare
davvero è possibile insegnare a creare? credevo fosse già tanto non impedirlo. Comunque,
se è vero, brava. Che metodo usi? Hai ragazzi/e motivati? Hai mai lavorato in condizioni
ambientali difficili?
> - che chi insegna "con metodi
imbecilli cose inutili" e` da tempo alla
> neuro, e non per colpa di una impostazione pedagogica.
> - che i programmi DEVONO essere uniformi e non hanno mai annegato nessuno
Non ne sarei così sicuro. La realtà della dispersione scolastica, le mie non esaltanti
esperienze - sondaggio agli esami di stato sembrano, ad esempio, suggerire il contrario.
Attenzione, le generalizzazioni sono difficili. Il sempre ed il mai andrebbero usati con
cautela.
> <omissis>
.....
> Questa e` poi una perla nera. E vada per la trasformazione.
>
> Poi l'affermazione apodittica:
> "una scuola di massa va ripensata completamente".
> PERCHE'? PERCOME?
Perchè solo la selezione permette livelli uniformi che una scuola che vuole garantire a
tutti un effettivo diritto all'istruzione invece non può garantire.
> Quindi un'altra (a dire il vero un po`
piu` sibillina):
> "La nostra scuola soffre dei compromessi necessari [..]"
> QUALI? PERCHE'? PERCOME?
E' la cultura del far finta. Finta selezione, finti test, finti esami di stato, finte
figure obiettivo, finti progetti formativi, finte aziende, carte false, lavoro sommerso,
tutto pur di tirare a campare ... devo continuare? nella tua scuola va tutto bene?
>
> La pedagogia dei videogiochi ha forse gia` colpito?
La pedagogia dei videogiochi non credo possa esistere come non esiste la pedagogia dei
libri o quella dell'oralità. La pedagogia deve tener conto dei processi di apprendimento
e quindi anche dei videogiochi e, perchè no, della loro costruzione.
ciao
galois
>
Risposta
Susanna