SCUOLA MEDIA STATALE "GIULIANO DA SANGALLO"

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Immi21.jpg (5714 byte)Emigrazione italiana nel Passato

Verso il 1900 il progresso civile ed economico del mezzogiorno è frenato dalla mentalità che vi regna; infatti, i piccoli borghesi sono succubi dei proprietari fondiari. Così la possibilità di lavorare è riservata ai giovani "raccomandati". Chi non fa parte di questa categoria, chi non possiede un fazzoletto di terra non riesce a mantenersi, perciò si apre un'altra via, quella dell’emigrazione, che porta via dal sud-Italia un fiume di persone.

Nei primi decenni il numero di emigrati italiani nei paesi europei è maggiore a quello che lascia il vecchio continente. Nel passare degli anni l’emigrazione italiana aumenta negli USA, con l’Argentina che accoglie un numero d’italiani superiore agli altri Paesi. Il numero di emigrati è in continua crescita; infatti, in 50 anni lasciano l’Italia ben 15739000 abitanti. Solo dal 1911 al 1920 il flusso emigratorio si interrompe a causa dell’inizio della I guerra mondiale.
Dal 1900 gli Stati Uniti introducono disposizioni ferree che restringono la possibilità dell’emigrazione, cioè fissano la quota massima di 150.000 entrate l’anno. L’Italia, però, tenta di ottenere una dispensa speciale dal governo americano, in modo da aumentare i permessi d’ingresso annui, ma senza esito favorevole per gli italiani.
Dal 1930, gli USA cessa di essere la "terra promessa" per i poveri e gli oppressi .

PRINCIPALI PAESI DI EMIGRAZIONE

FRANCIA

4.117.394

STATI UNITI

5.691.404

SVIZZERA

3.989.813

ARGENTINA

2.969.402

GERMANIA

2.452.587

BRASILE

1.456.914

BELGIO

535.031

CANADA

650.358

GRAN BRETAGNA

263.598

AUSTRALIA

428.289

ALTRI

1.188.135

VENEZUELA

285.014

TOTALE

12.546.558

 

11.481.381

LA LEGISLAZIONE

Fino alla fine degli ultimi decenni dell‘800 lo Stato italiano non affronta il fenomeno migratorio. Infatti le prime leggi iniziano a circolare poco prima degli inizi del 1900.
Nel 1873 la circolare Lanza proibisce l’emigrazione clandestina.
Nel 1888 la legge Crispi prevede delle misure di polizia, ma non un intervento mirato sui flussi, bensì delle patenti che non permettono alle donne di emigrare senza il permesso del marito.
La legge del 1901 tutela chi lasciava l’Italia pagando il viaggio transoceanico e controllando le condizioni igieniche delle navi.
Il 30 giugno 1919 in un testo unico si prevede l’uso del passaporto per chi lasciava il paese.
Tra il 1919 e il 1924 le leggi fasciste non intendono lasciar diminuire la popolazione entro i confini del paese.

OPZIONE PER IL VOTO IN ITALIA

La legge 459 prevede che l’elettore possa optare per l’esercizio di voto in Italia rientrando sul territorio nazionale e votando per i candidati che si presentano nella circoscrizione relativa alla sezione elettorale nazionale dove è iscritto. Il voto in Italia resta peraltro la modalità obbligatoria per i cittadini italiani residenti nei paesi con i cui governi non sia stato possibile concludere le intese, nonché per quelli residenti in paesi la cui situazione Politica-sociale non garantisca, anche temporaneamente, il rispetto delle condizioni oggetto di tali intese. In tali casi per gli elettori che risiedono in paesi privi di rappresentanze diplomatiche italiane, è previsto il diritto al rimborso del 75% delle spese di viaggio per il rientro in Italia. L’elettore deve presentare apposita istanza al proprio ufficio consolare corredata del certificato elettorale e del biglietto di viaggio.

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I bastimenti

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I LAVORI DEGLI EMIGRANTI

Gli italiani emigrati sia in Europa che negli altri Paesi del mondo, si ritrovano a svolgere diversi lavori. Nell’Europa i nostri connazionali diventano costruttori di ferrovie e strade per creare infrastrutture. Si tratta prevalentemente di minatori, scalpellini e lavoratori nelle industrie perché sono bravi nella manodopera. In America del nord lavorano nelle miniere, svolgono piccoli commerci oppure lavorano come contadini, trovando un impiego facile e redditizio mentre nell’America del sud continuano a lavorare come agricoltori locali. In Canada si ritrovano i ricercatori d’argento,  invece a Cobalto lavorano in miniere o disboscano le foreste.
Paese ospitante Lavoro Perché
Europa Costruttori di ferrovie, strade e infrastrutture, minatori, scalpellini, lavoratori nell’industria Per costruire infrastrutture poiché hanno una buona manodopera
America del nord Lavorano nelle miniere, nei campi come contadini e svolgono piccoli commerci Trovano un impiego sociale e redditizio
America del sud Agricoltura locale e salariato C’è domanda limitata
Canada Ricercatori d’argento  
Cobalto Lavoratori nelle miniere e disboscatori  

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Minatori al lavoro in Europa, America del nord e a Cobalto

SFRUTTAMENTO DEGLI EMIGRANTI ITALIANI

Milioni d’italiani furono attirati in America dalle lettere dei loro parenti e dai loro unici contenuti, spesso i biglietti prepagati per espatriare. Fu il momento d’oro delle agenzie dell’emigrazione, che in molti casi facevano vera e propria opera di esportazione degli schiavi ai quali veniva offerto un sicuro lavoro, denaro ecc…, ma quando arrivavano in America senza conoscere la lingua, senza possibilità di tornare indietro, venivano affidati a dei padroni: questo fu il destino di molti emigranti. I gruppi di sfruttatori sono vari e variopinti: agenti dell’immigrazione, sub agenti, impiegati comunali, notai ecc…
Per cercare di diminuire i numerosissimi casi di sfruttamento venne emanata la legge Crispi del 30 dicembre 1888 e la legge del 31 gennaio 1901 n°23, grazie alla quale furono abolite agenzie per il trasporto degli emigranti.

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Due emigranti partono dall’ Italia

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DONNE ITALIANE EMIGRANTI

La posizione delle prime generazioni di donne meridionali emigrate negli Stati Uniti è d’arroccamento su posizioni culturali integraliste: dai vestiti neri, al dialetto, al cibo acquistato solo in negozi gestiti dai paesani e dai connazionali, al lavoro legato sempre ad ambiti di appartenenza etnica.
Questa posizione è definita "l’incapacità di mediare" tra la società moderna ed i propri figli attratti da tutto ciò che è americano; renderà i normali conflitti generazionali fortissimi per il rifiuto da una parte e l’attrazione dall’altra del modello americano.
In questo momento di cambiamento culturale la posizione delle madri immigrate assume un tono drammatico.
I rapporti più difficili si svilupparono tra madri e figlie a causa della nuova posizione in cui queste ultime si trovano in America.
Così si ebbe la conoscenza dell’importanza che ha la donna nella società americana.

L’AIUTO AGLI EMIGRANTI

Al momento dello sbarco gli emigranti vivono una situazione di difficoltà, così movimenti confessionali ed organizzazioni laiche istituiscono associazioni ed enti in patria, ma in particolare all’estero.
Questi aiutano gli emigranti a risolvere i loro problemi quando giungono in una terra straniera.
Bisogna ricordare Mons. Geremia Bonomelli, che fondò l’opera di assistenza e Mons. Giovanni Battista Scalabrini che aiutò gli italiani con la sua congregazione.

CONCLUSIONE

I sentimenti con cui gli emigrati approdavano nei nuovi paesi erano contrastanti, se da un lato c’era la voglia di affermarsi e di far fortuna per riscattarsi dalla povertà patita in Italia dall’altro c’era la nostalgia per tutto ciò che apparteneva alla vita nel proprio paese: i cibi, gli odori, la gente e perfino il lavoro e i sacrifici fatti acquistano con la lontananza una patina rosea, che faceva sembrare la realtà della vita dell’ emigrazione meno dura. Gli emigranti rimanevano all’estero il tempo necessario per guadagnare un po’ di soldi per poter vivere decorosamente al ritorno in patria. Questa scelta generalmente non coronava gli sforzi dell’emigrante, si ritrovava ad essere straniero anche in patria poiché all’ estero aveva operato delle sottili trasformazioni di cui lui stesso non era consapevole. Le generazioni contemporanee invece scelgono in modo molto più variabile di emigrare e vivono il distacco dalla patria in modo molto meno traumatico. Inoltre le distanze non sono più cosi enormi e difficili da ricoprire; con gli attuali mezzi di trasporto si può raggiungere anche il posto più lontano della terra nell’arco di ventiquattro ore. In questi tempi la figura dell’emigrante ha perso il coraggio e il fascino che lo hanno sempre contraddistinto.
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