INCONTRO CON IL SINDACO DOTT. F.STEFANI:
LE ORIGINI DI CANALE MONTERANO


La greppa dei Falchi

Il ritrovamento di molti manufatti in pietra (lame, punte di freccia, piccoli strumenti, risalenti per gli studiosi al secondo millennio a.C.) e la presenza di caverne naturali lungo il corso del torrente Lenta, rivelano la presenza di insediamenti preistorici nel territorio canalese.
Anche sulla "Greppa dei falchi", uno strapiombo di tufo scavato dal fosso Bicione, sono presenti grotte artificiali, che in origine dovevano essere tombe: poichč i lavori di scavo della parete di tufo non possono essere antecedenti alI' introduzione degli utensili di metallo, in particolare di ferro, il sepolcreto viene fatto risalire, con molta approssimazione, al primo millennio a.C.


L'incontro del Sindaco (dott. F.Stefani) con gli alunni della classe I E

Intorno al VII sec. a.C. le popolazioni si radunarono, per motivi di difesa, sul pianoro di Monterano, dalla tipica forma a testa di vipera, circondato dalle valli scavate dai corsi d' acqua (la Palombara, il Bicione e il Mignone ): qui prese vita un fiorente abitato etrusco.
Le case erano costruite con materiali deperibili (legno, frasche, argilla cruda); la pietra era usata solo per la cinta muraria, le porte e le tombe; la necropoli sorse tutta intorno all'abitato per un raggio di circa 2 Km, fino a raggiungere il colle della Bandita.
L'abitato era collegato con le principali cittą dell'Etruria meridionale: la strada pił importante conduceva a Caere (Cerveteri) e scendeva il colle attraverso il "Cavone", profondo dieci metri, scavato nel tufo per permettere ai carri di raggiungere la sommitą del pianoro.
Un'altra strada portava a Tarquinia e superava il fiume Mignone con un ponte di legno simile a quello visibile fino a pochi anni fa.
Una terza strada conduceva a Blera e attraversava il sepolcreto della Palombara.


Il Cavone

Il nome di Monterano deriva da Manturna, la dea degli inferi che gli Etruschi associavano al culto dei fenomeni vulcanici presenti nella zona. Il nome venne poi latinizzato in "Mantura" e nel periodo tardo imperiale in Manturanum, da cui l'attuale Monterano.
Dalla dea discendono anche i nomi della "Silva Mantiana", che allora circondava l'abitato, e di una roccia locale, la pietra manziana, di origine vulcanica, che resiste al fuoco e che veniva usata per camini, forni e aree sacrificali.