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Alle prime luci dell'alba, Telemaco convoca a parlamento tutti gli abitanti dell'isola, denuncia i soprusi perpetrati dai Proci nel suo palazzo, i lauti banchetti fatti con i suoi beni e il suo vino e chiede apertamente aiuto e solidarietà, ammettendo di non essere in grado di difendersi da solo. Termina il suo appello invocando l'intervento del sommo Giove per vendicare gli affronti subiti. In quel momento, Giove manḍ sulla piazza due aquile che calarono ad ali tese sull'assemblea e si avventarono l'una sull'altra lacerandosi con i becchi e con gli artigli. Il mattino seguente, sempre con l'aiuto di Atena, sua fida protettrice, Telemaco parte alla volta di Pilo. Là incontra Nestore, che gli racconta alcune vicende legate alla guerra di Troia ; poi parte alla volta di Sparta, dove Menelao, con l'aiuto della ritrovata moglie Elena, completa il racconto di tutte le storie legate al ritorno a casa dopo l'incendio della città. Nel frattempo, riappare Atena che lo invita a ritornare alla sua isola, scongiurandolo di stare attento all'agguato che gli stanno preparando i Proci tra Itaca e Samo, e consigliandogli di recarsi dal fedele porcaro Eumeo. |