La caduta dell'impero romano e la diffusione del
cristianesimo nel mondo occidentale determinarono un nuovo indirizzo nella
ricerca filosofica.
Il pensiero medioevale, coltivato essenzialmente da uomini di Chiesa, si
occupò infatti soprattutto di problemi religiosi, mentre tutto ciò che
non è spirituale, ma fa parte dell'esperienza esterna dell'uomo passò in
secondo ordine; soltanto in un secondo tempo, con l'evolversi delle città,
della cultura, con la rinascita economica , la riscoperta di Aristotele ed
i contatti con il mondo arabo si ricominciò a sentire la necessità di
studiare la natura.
Nell'evoluzione del pensiero scientifico medioevale possono distinguersi
quattro diverse fasi, caratterizzate dall'opera di filosofi che tentarono
di dare risposte al problema della conoscenza del mondo che ci circonda, i
quali elaborarono ipotesi per spiegarne le leggi.
Nella prima fase, che arriva fino all'età carolingia, la cultura era
depositata nelle scuole istituite presso i monasteri: queste scuole
servivano alla formazione religiosa dei monaci e dei prelati, ma a partire
da esse Carlo Magno avviò
una rinascita culturale.
Per completare la sua opera di cristianizzazione e di civilizzazione Carlo
Magno diede grande impulso alla cultura ordinando di istituire scuole per
tutti che insegnassero canto,
solfeggio, calcolo ecclesiastico e grammatica; lo scopo era soprattutto
religioso, ma venivano impartiti anche insegnamenti diversi.
La scienza, in questo periodo, non veniva coltivata
in se stessa, ma rientrava nel filone del pensiero cristiano
che tentava di spiegare e conciliare fede e rivelazione.
Il maggior filosofo dell'epoca fu Giovanni
Scoto: egli
interpretò la natura e il mondo come espressioni della volontà
divina.Dio crea il mondo nello spazio ed è al tempo stesso il fine cui
tende tutto il creato.
La seconda fase, tra il IX e il XII secolo, vide un risveglio della
cultura, le riforme monastiche e il rinnovamento politico della Chiesa.
Dopo l’anno 1000, con
l’accresciuto potere delle città e
dei vescovi, si formarono grandi scuole presso le cattedrali, che presto
divennero punti di riferimento culturale, elaborando pensieri originali. A
queste scuole, che sfociarono
successivamente nelle Università, convenivano studenti da ogni parte.
Filosofia e teologia erano sempre le discipline più importanti, alle
quali si aggiungevano altre, quali la grammatica, la retorica,la
dialettica (c.d. trivio) ed anche l’aritmetica, la geometria,
l’astronomia e la musica.
Grande importanza assunse in questo periodo la scuola di Chartres, fra i
cui esponenti va ricordato Federico di Chartres, per la sua
interpretazione meccanicistica della creazione.Dio avrebbe creato i
quattro elementi (aria, acqua ,terra e fuoco) disponendoli in sfere
concentriche: la sfera di fuoco roteando illumina l’aria e provoca la
distinzione tra giorno e notte; successivamente, fa vaporizzare l’acqua
separandola dalla terra, sulla quale il suo calore crea la vita e
origina la comparsa dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio. La
materia sarebbe composta di particelle elementari eseguirebbe leggi
meccaniche.
Altro rilevante esponente di questo periodo fu Abelardo:questi
si rifece a Platone, secondo il quale il mondo rispecchia il mondo delle
idee. Egli affermò che Dio era la causa universale di tutti gli effetti,
ma sostenne anche che solo la ragione
può conoscere distintamente tutte le cose.
Anche Ugo di San Vittore si occupò di scienza, definendo la
matematica e la fisica come scienze astratte, affermando anche che la
materia non si può né distruggere né creare.
La terza fase si colloca
nel XIII secolo: essa è caratterizzata dal risvegliarsi dell’interesse
per filosofia naturale e per il diffondersi
dell’aristotelismo. Quest’ultimo fu dapprima osteggiato dalla Chiesa,
ma fu in seguito recuperato dalle teorie di S Agostino.Risale a questo
periodo la fondazione delle Università che, ricollegandosi alle
corporazioni medioevali delle arti e dei mestieri, riunirono i maestri ed
i discepoli di un determinato studio (giurisprudenza,medicina,
teologia,filosofia,ecc.). La tecnica di insegnamento si basava sulla lectio,
lettura e commento di un autore, seguito dalla questio, cioè la
discussione di un problema. Importante era tuttavia anche la disputatio
, che verteva su argomenti programmati a scadenze programmate e
verteva su un argomento scelto dal maestro.Tutti i partecipanti
proponevano soluzioni che poi il maestro accettava o rifiutava a seconda
che coincidessero o no con la sua visione.
In questo clima emersero filosofi in parte precursori del metodo
scientifico, i quali sostennero l’importanza dell’osservazione
sperimentale e la differenza tra ciò che può essere verificato
e ciò che si crede per fede.
Bonaventura sostenne che la conoscenza viene dai sensi, pur
riconoscendo che senza la ragione, che viene direttamente da Dio,
l’anima non potrebbe usarla.
San Tommaso fu soprattutto un teologo, ma si interessò
del problema scientifico commentando Aristotele.Egli sostenne che
la conoscenza permette di astrarre il particolare dall’universale, ma
non fornisce una soluzione razionale o dimostrativa della creazione.
Nell’universo vi sono esseri eterni (gli angeli) ed esseri soggetti alla
generazione e corruzione (quelli composti dai quattro elementi); in mezzo
vi sono i corpi celesti.
Ruggero Bacone sostenne l’importanza dell’esperienza;
l’autorità genera la fede,ma persuade solo se è giustificata dalla
ragione.
Teodorico di Freiberg
studiò l’ottica: fu il primo
a spiegare che l’arcobaleno è causato dalla rifrazione della
luce.
Anche il polacco Witelo
studiò l’ottica facendola coincidere con la fisica stessa poiché
riteneva che la luce è lo strumento usato da Dio per esercitare la sua
azione sul mondo.
Importante è il pensiero di Duns Scoto (1266-74/1308) perché
distinse tra scienza e fede. La scienza può occuparsi solo di quello che
può essere dimostrato, la teologia non è scienza perché non si basa su
principi naturali evidenti. Dato che l’intelletto è limitato, non può
dimostrare la verità assoluta e perciò la nostra conoscenza è solo
fisica.
L’ultima fase, il trecento cominciò con una posizione molto teocratica
da parte di papa Bonifacio VIII a cui corrispose una profonda crisi della
Chiesa.
Importante pensatore di questo secolo è Guglielmo di Occam,
inglese, che anticipò in alcuni punti il pensiero galileiano
Seguace di Occam fu il francese Giovanni Buridano
che nella fisica elaborò la teoria dell’impetus che anticipa i moderni
concetti di energia cinetica e potenziale.
Infine ricordiamo Nicola di Oresme, che si occupò della
caduta dei gravi.
Possiamo perciò concludere che in questi scienziati del 1300 ci sono le
premesse della scienza moderna enunciata poi da Copernico,Galilei e
Cartesio.
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