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L’ Arte Cinese

I primi lineamenti di una civiltà artistica cinese si definirono nel corso del II millennio a.C. con la prima dinastia storica Shang.

L'eredità preistorica:

La cultura Shang costituì l'esito di un vasto processo di evoluzione verificatosi in età neolitica con l'implicazione determinante delle culture siberiane del Bajkal. È attraverso contatti e scambi con queste culture (Serovo, Kitoj e Glazkovo; più tardi Karasuk e Tagar), a partire dalla metà del III millennio a.C. fino al sec. V a.C., che la Cina uscì dall'età protostorica delle ceramiche dipinte (Yang-shao, Lung Shan, Hsiao-t'un ed altre complementari), pervenne all'uso della giada, fece proprie le tecniche più aggiornate della metallurgia del bronzo. È nei periodi Chou (secc. XI-VIII, secc. VIII-III a.C.) con le capitali di Xi'an (Shensi), Chengchow e Wangching (presso Longyan nello Honan ) che l'architettura cinese si definì attraverso un lungo e costante perfezionamento dei moduli Shang a loro volta ereditati da un tipo base enunciato in età neolitica, la cui documentazione a Pan-po (Shensi) lascia intravedere le caratteristiche essenziali (pianta quadrangolare o circolare orientata verso sud, impiego di pilastri con conseguente prevalenza dei vuoti sui pieni) di tutta l'architettura cinese futura.
Scultura e pittura Han:
La tradizione dell'arte bronzistica continuò, con nuove formule estetiche, durante tutto il periodo Han , epoca in cui la Cina internazionalizzò le sue frontiere culturali aperte contemporaneamente all'ovest e al nordest, accogliendo gli apporti più diversi. La scultura di epoca Han, in particolare quella di grandi dimensioni, serviva a ornare sui due lati la "Strada degli Spiriti" (Shin T'ao) di accesso alle tombe. Anche gli esemplari più interessanti della pittura Han provengono dalle tombe, sotto forma di lastre e di mattoni con raffigurazioni incise, graffite o dipinte (Boston, Museum of Fine Arts).

Le Sei dinastie:
Anche nel periodo delle Sei dinastie (220-589), uno dei periodi di smembramento dell'unità nazionale, lo svolgimento dell'arte non ebbe pause d'arresto; si continuarono temi e stili del passato e se ne imposero altri nuovi, espressi soprattutto nell'arte rupestre dei grandi complessi monastici del buddhismo di Yün-kang (sec. V), di Lung Men (sec. VI) e della "Grotta dei mille Buddha" (C'ien fo t'ung ) dell'oasi di Tun-huang, realizzati all'epoca dei Wei Orientali (complessi che furono restaurati, ampliati e abbelliti nelle epoche posteriori, soprattutto durante la dinastia T'ang). La diffusione del buddhismo introdusse stili e moduli iconografici nuovi nell'arte cinese, ora rivolta alla raffigurazione, specie in scultura, di Buddha e Bodhisattva . Intorno alla fine del sec.V l'arte Wei dei complessi monastici rupestri si espresse in un linguaggio internazionale nel quale confluirono parlate ellenistiche, gandhariche e indiane filtrate attraverso la lingua d'obbligo, centroasiatica.

L'architettura delle pagode:
La stessa importanza dello stupa in India fu assunta in Cina dalla pagoda , l'unica struttura religiosa, elaborata su modelli stranieri, che si innestò nel contesto dell'architettura tradizionale. Tra le più antiche testimonianze di architettura lignea cinese importante è la sala principale del Fo-kuang ssu sul Wutai Shan nello Shansi (857 d.C.). Altre testimonianze si sono conservate in Giappone, dove l'architettura cinese fu fedelmente riprodotta nei primi secoli di formazione dell'impero giapponese. Nelle pagode in pietra e mattoni del periodo T'ang (Ta yen t'a, vicino a C'ang-an) la pianta quadrata a più piani, elaborata da soluzioni strutturali delle torri Han, si trasforma in poligonale (pagoda ottagonale di C'ing-ts'ang nel Hui-shan ssu sul monte Sung nello Honan), sottraendo dalle originarie strutture lignee elementi traducibili in temi ornamentali. Maggiori sviluppi avrà l'adozione della pianta poligonale nella libertà di interpretazione dell'urbanistica e dell'architettura con l'arte dei Liao (907-1125). Inaugurata dai C'in, l'architettura fastosa e monumentale dei palazzi imperiali fu subito ripresa a C'ang-an dagli Han occidentali e successivamente adottata dagli Han orientali per la nuova capitale di Longyan.

La seconda età imperiale:
Dell'architettura della seconda età imperiale Sui e T'ang rimangono le descrizioni letterarie, testimonianze nella pittura rupestre (Tun-huang) e i modelli conservatisi in Giappone (Horyuji a Nara e altri complessi). Un esempio dell'alto livello delle tecniche costruttive di questi secoli è costituito dal Grande Ponte di Pietra (Anchi) presso Chaohsien nell'Hope, progettato da Li C'un (secc. VI-VII). Nelle architetture del breve periodo Sui dominò un senso di gigantismo eccentrico, specie in quelle edificate nella Città Proibita (Taming) che sorgeva a nordest di C'ang-an. La ricchezza di questo breve ma intenso periodo dell'arte cinese fu ereditata dalla dinastia T'ang.

Il grande periodo T'ang:
La capitale C'ang-an (Hsian) divenne nei secc. VII-VIII una delle più grandi e fastose città dell'Asia. Nella storia dell'arte cinese il periodo T'ang rappresenta la fase più alta e irripetibile per ricchezza culturale e raggiungimenti estetici: tutte le forme d'arte ebbero splendida fioritura in un'estrema consapevolezza di interessi e di ricerca. La ceramica invetriata policroma inventò un nuovo modello di bellezza femminile, che ha caratterizzato, assieme alle trionfanti forme dei cavalli, tutto il periodo dell'arte T'ang. Dopo un'evoluzione di quattro secoli, si affermò e si definì in questo periodo soprattutto la pittura. Due protagonisti della pittura di quest'epoca sono Ku K'ai-chi , pittore del famoso rotolo illustrativo chiamato Ammonimenti dell'istitutrice alle dame di corte (Londra, British Museum), e Hsien Ho, autore di uno dei primi trattati sulla pittura (Ku hua p'in lu) nel quale sono contenuti i "Sei principi" fondamentali per tutta la trattatistica posteriore. Fiorenti centri pittorici nei secc. V-VI furono le corti delle dinastie orientali nella vallata inferiore dello Yangtze Kiang, erede dell'antico patrimonio culturale dell'inquieta vallata del Hwang Ho. Alla pittura sul tema delle occupazioni delle dame di corte si dedicarono tra i maggiori nel sec. VIII Chang Hsuan e Chou Fang. I pittori Li Ssu-hsün e suo figlio Li Chao-tao iniziarono una nuova tecnica pittorica (scuola di Li) applicata alla raffigurazione del paesaggio. Altri pittori famosi furono Han Kan, specializzato nel tema di cavalli, Wu Tao-tzu, iniziatore della scuola di pittura del nord, e Wang-wei , iniziatore di quella del sud.
Dinastie del nord e del sud.

Pittura e scultura dei Sung:
I caratteri della cultura T'ang non andarono dispersi, ma continuarono a manifestarsi con nuovi sviluppi nel sud, prima nella capitale Nanchino poi ad Hangchow, la famosa Kinsai ricordata da Marco Polo. La pittura dei Sung meridionali fiorì, con ricca varietà di tendenze, negli stili dell'accademia imperiale e della corrente legata agli ideali buddhisti C'an, i cui esponenti diedero vita a un'arte indipendente (Liang K'ai, Mu C'i). Tra il sec. X e il sec. XII nel tema del paesaggio eccelsero Hsü Tao-ning, Tung Yüan, Fan K'uan, seguiti da Kuo Hsi, Wên T'ung, Mi Fei, gli artisti della famiglia Ma, il cui stile, accanto a quello di Hsia Kuei, costituì la scuola Ma-Hsia. Famoso illustratore buddhista fu Li Lung-mien . La "pittura dei letterati", che avrà la sua stagione migliore nel futuro periodo Yüan, si era sviluppata, ancor regnando i Sung settentrionali, a opera di Su Tung-p'o, Huang T'ing-chien e il già citato Mi Fei. Tra i migliori che operarono fuori dell'accademia si ricorda ancora Chao C'ang e Yi Yüan. In seno all'istituzione imperiale spiccarono sugli altri Ts'ui Po e Wu Yüan-yu (attivi nel sec. XI). Mentre la scultura Sung appare ancora legata ai modelli della tradizione, quella sviluppata dai C'i-tan e dai Chin produsse interessanti capolavori (mausolei imperiali nella Mongolia), tra cui l'elaborazione dell'immagine femminile del Bodhisattva, trasformato nella figura di Kuan-Yin. L'architettura Sung si basava sul manuale di Li Chiai (Ying-tsao Fa Shi), reso famoso attraverso un'edizione a stampa del 1145, e di quello sulla carpenteria di Yü Hao, scritto un secolo prima.



Il periodo Yüan:
Nella pittura del periodo Yüan persistono in alcune tendenze i caratteri dell'arte Sung, che furono continuati dai pittori di paesaggio Sun Chun-tzu e Hsuehchuang; mentre a stili più antichi si riconducono le opere di Chao Meang-fu (famoso per i suoi cavalli) e della moglie Kuan Tao-sheng, delicata pittrice di bambù, genere in cui eccelsero Li K'ang e il figlio Li Shih-hsing. I "Quattro grandi" pittori della scuola Yüan furono Huang Kung-wang, Ni Tsan, Wang Meng e Wu Chen. Le relazioni degli Yüan con l'area islamica dell'Asia occidentale favorirono, tra gli altri scambi, l'importazione in Cina del minerale di cobalto, il cui impiego nella ceramica segna l'inizio della porcellana bianca e blu. Caratteri arabi agirono anche nel campo dell'architettura mediante l'adozione di piante circolari o irregolari per alcuni edifici (Pechino). Accanto a questi ebbe influenza lo stile tibetano favorito dalla diffusione del buddhismo lamaistico.
L'età dei Ming:
Grande incremento delle arti minori, specie per la ceramica, si ebbe nel successivo periodo Ming , che vide in auge la pittura dei letterati ispirata ai due stili precedenti (Sung e Yüan). Tra le varie scuole, importanti furono quelle Cê (fondata da Tai Chin) e Wu, da cui provenivano Sên Chou e Wên Cheng-ming. Altri artisti noti furono Lü Chi, T'ang Yin e, soprattutto, Tung C'ic'ang . Nell'architettura prevalse l'interesse per gli elementi ornamentali (edifici a Pechino nella Città Proibita; tombe degli imperatori nella zona nord della città).

La dinastia dei C'ing:
Anche sotto la dinastia dei C'ing le opere più importanti di architettura furono realizzate a Pechino, che, pur evolvendosi nell'ambito dell'ufficialità e della tradizione, ebbe interessanti manifestazioni, soprattutto in pittura, per varietà di indirizzi e ricchezza di personalità artistiche. Larga influenza esercitarono le due correnti maggiori della pittura conservatrice (Wang Shih-min, Wang Chien, Wang Hui e Wang Yüan-c'i) e individualista (Chu Ta, K'un-ts'an, Tao-chi). Altri pittori individualisti furono attivi nella provincia di Anhwei (Hsiao Yun-tsung, Hung-jên, C'a Shih-piao e Mei C'ing) e altrove. La presenza di artisti occidentali in Cina non ebbe conseguenze analoghe a quelle della diffusione dei prodotti artistici cinesi in Europa nel Settecento, che determinarono la moda per le chinoiseries , le cui conseguenze positive arricchirono, con nuove varianti stilistiche, il rococò. A iniziare il periodo moderno della pittura cinese del sec. XX furono, pur non staccandosi dalla tradizione, Hsü Pei-hung, e C'i Pai Shih.