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Cosa cambia?

Cosa cambia?

 

    Nel periodo che va dal 1998 al 2001 la vita quotidiana dei cittadini consumatori subirà pochi cambiamenti: le merci verranno acquistate in lire, le tasse verranno pagate, probabilmente ancora in lire, come gli stipendi. Comincerà invece apagate, probabilmente ancora in lire, come gli stipendi. Comincerà invece a circolare, specie nelle zone turistiche, la doppia indicazione dei prezzi (in Lire e in Euro ).I grandi cambiamenti definitivi interverranno con il 1° gennaio 2002, quando cominceranno a circolare le monete e le banconote in Euro. Entro il primo semestre 2002 le monete dei singoli Paesi verranno progressivamente ritirate e perderanno il loro valore reale. A partire da questa data, stipendi e pensioni verranno espressi in Euro, come le tasse da pagare; tutti i conti correnti verranno convertiti nella moneta unica; i movimenti turistici all’interno dei Paesi dell’Unione Monetaria Europea non imporranno più l’effettuazione di operazioni di cambio

ALL’ESTERO SENZA CAMBIO  Vantaggi: l’inflazione sarà sotto controllo e quindi gli stipendi conserveranno più a lungo il loro valore. I prezzi saranno più stabili perché ci sarà più concorrenza. Non ci saranno più le spese aggiuntive per il cambio della moneta per i prodotti provenienti dagli altri Paesi dell’Unione. Viaggiare sarà più economico e più semplice perché non dovremo cambiare la valuta prima di partire. Infine i tassi d’interesse delle banche saranno più bassi e quindi chiedere un prestito in banca non sarà più tanto costoso.

 

I PAESI ASPIRANTI

Oltre agli 11 Stati e gli altri 4 che prossimamente adotteranno l’euro, molti altri Paesi hanno chiesto ufficialmente di far parte dell’Unione Europea: Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Croazia, Ungheria, Polonia, Georgia, Turchia, Cipro, Malta, Romania, Bulgaria, Russia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia, Svizzera e Ucraina. Sono già state respinte le domande della Turchia per il mancato rispetto dei diritti umani nei confronti del popolo curdo, e di Romania, Ucraina e Russia, perché economicamente troppo instabili.

 

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