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mais notizie numero 5-6 maggio/giugno 2000 | |
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MAIS
ISTITUZIONE Un
gruppo di amici, una passione in comune, il calcio (con la paziente
complicità di fidanzate e mogli…), e l’avvicinarsi del Natale, una
festa cristiana trasformata sempre più in un orgia consumistica, nella
fiera dell’inutile. Ma
questi amici hanno qualcosa di diverso, di speciale : sono amici del Mais
e ci hanno sempre aiutato con entusiasmo
e con spirito d’iniziativa quando ci siamo rivolti a loro in
passato (qualcuno ricorderà le nostre manifestazioni sportive alla Banca
di Roma, negli impianti sportivi del CUS
Roma, alle Tre Fontane
ecc.). “Quest’anno
i soldi che avremmo dovuto spendere per i regali di Natale li useremo per
uno scopo più nobile : rendere felici dei ragazzi dell’altra parte del
mondo, dei ragazzi più sfortunati dei nostri figli…..” Il
CENTRO
FAVELA ARRUDA, grazie
a loro, (dove stiamo
realizzando un centro sportivo per i ragazzi della favela ed un centro
d’informatica) ha già
ricevuto £1.050.000,
a tanto ammonta la somma raccolta. Questi
amici hanno un nome (anche se avrebbero preferito che nemmeno si dicesse)
Clarice, Paola, Patrizia, Susanna, Riccardo, Roberto,
Sergio, Stefano, ma il
loro nome non ha importanza. Il loro gesto, invece, ha un nome, molto importante : SOLIDARIETA’. BAROMETRO
DELLA SOLIDARIETA’
Come
promesso nel precedente
numero di Mais Notizie, riportiamo altri stralci dell’indagine
promossa dal FOCSIV sulla
solidarietà degli Italiani. Su
una lista di 12 grandi emergenze internazionali, gli Italiani si
soffermano anzitutto sulla disoccupazione (59%),
sulla fame
nel mondo (54%)
e sulla questione della pace
(51%). Sono
questi i problemi mondiali che più preoccupano la popolazione del nostro
paese. Un’attenzione
intermedia viene poi dedicata ad altre tre grandi questioni : la
violenza e lo sfruttamento dei
bambini (34%), la tutela dell’ambiente
(20%), le condizioni sanitarie
problematiche in molti paesi del
mondo (18%). Parallelamente, la
minaccia del terrorismo internazionale, lo sviluppo dei paesi più poveri, la difesa dei diritti umani, vengono evidenziate, a
seconda dei casi, da non più del 12
– 15% della popolazione. Questa
“classifica delle preoccupazioni” si presta ad alcune considerazioni. Anzitutto
il carattere di urgenza viene assegnato ad un trio di problemi
sufficientemente noti ed anche un po’ generici (disoccupazione, fame,
pace). A
fronte di questi problemi di ordine generale, si avverte una media o
debole attenzione su altre questioni mondiali rilevanti anche se di
carattere più specialistico, come la tutela ambientale, le condizioni
sanitarie, la difesa dei diritti umani, lo sviluppo dei paesi più poveri. Come
si vede, non si tratta di questioni secondarie per le sorti del mondo,
anche per garantire alle varie aree geografiche quelle condizioni base di
sussistenza e di pacificazione considerate dagli Italiani come
prioritarie…… In
sintesi, l’opinione pubblica italiana è colpita molto più dagli
effetti di un mancato sviluppo che dalle condizioni che possono produrlo. Si
guarda, cioè, più alla superficie dei problemi, che alle condizioni base
che possono avviarli a soluzione. Si tratta di un atteggiamento
comprensibile, se si tiene conto della percezione mediata (dai mezzi di
comunicazione sociale) che ognuno di noi ha delle urgenze
mondiali……… Si
può avere un approccio tendenzialmente generico al tema delle urgenze
mondiali ma nello stesso tempo manifestare un buon livello di generosità,
offrendo il proprio contributo per una causa di Solidarietà. Infatti,
quasi il 60% degli intervistati dichiara di aver fatto nell’ultimo anno,
donazioni di varia natura (denaro, vestiti, viveri) per promuovere la
Solidarietà nel modo. Guardando
al profilo dei donatori si può notare che la propensione al dono è
attuata più dalle donne che dagli uomini, più dagli adulti e dagli
anziani che dai giovani (anche perché il loro reddito è maggiore), più
dagli abitanti del Nord rispetto al Centro ed al Sud (forse
per lo stesso motivo…ndr). Inoltre
chi si colloca a destra o nel centro-destra dello schieramento politico
sembra caratterizzarsi per una minore generosità.
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